La speranza. Antidoto contro le disillusioni? O illusione
essa stessa? Un tirare avanti, a sopravvivere? E’ la virtù più delicata che ci
sia, la più fragile, la più equivoca. Perché facilmente confusa
coll’ostinazione o la rassegnazione. Di essa si può dire tutto e nulla. Da dove
impararla? Dove scorgerla? Nel lavoro paziente del contadino. Quando è inverno.
Allora la natura tace. Ma lui si leva dal sopore della notte e corre al campo.
Paziente scorge le nuvole, saggia il freddo. E con benevolenza guarda la terra.
Sa che essa fiorirà. Sa che tra poco, non si sa quando, ma tra poco tutto
germoglierà. Ecco la speranza: attesa della certezza del cambiamento.
mercoledì 10 aprile 2013
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