mercoledì 10 aprile 2013


La speranza. Antidoto contro le disillusioni? O illusione essa stessa? Un tirare avanti, a sopravvivere? E’ la virtù più delicata che ci sia, la più fragile, la più equivoca. Perché facilmente confusa coll’ostinazione o la rassegnazione. Di essa si può dire tutto e nulla. Da dove impararla? Dove scorgerla? Nel lavoro paziente del contadino. Quando è inverno. Allora la natura tace. Ma lui si leva dal sopore della notte e corre al campo. Paziente scorge le nuvole, saggia il freddo. E con benevolenza guarda la terra. Sa che essa fiorirà. Sa che tra poco, non si sa quando, ma tra poco tutto germoglierà. Ecco la speranza: attesa della certezza del cambiamento.

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